La musica proposta attraverso l’approccio (lo Schulwerk) elaborato da Carl Orff non è una musica banale o semplificata, essa mette in relazione elementi essenziali della parola, del movimento, della danza in una prospettiva nella quale i bambini sono attivi performer di piccole architetture musicali che integrano forme ripetitive, rondò e ostinati. Una musica innatamente umana, corporea e adeguata al bambino. Orff concepisce l’educazione musicale nel quadro di sviluppo creativo del bambino che improvvisa. Per questo motivo non fornisce materiali musicali preconfezionati o troppo complessi, ma sceglie di supportare il bambino nel far da sé, a creare la sua musica connettendolo con altri ambiti di apprendimento e discipline.
Lo Schulwerk, fin dal suo concepimento, è aperto all’integrazione di culture, forme espressive e prospettive metodologiche relative all’esperienza musicale. Le attività rintracciabili in una lezione Orff-Schulwerk possono essere articolate secondo diverse tipologie di prodotti musicali: canti corali, bordoni costruiti su varie scale e attività ritmiche e coreografiche di movimento e danza.
La strutturazione di materiali di stampo orffiano tiene conto del livello di difficoltà (elementare, primario, secondario) individuando le varie proposte all’interno di aree tematiche quali: il linguaggio, il movimento, l’uso di una specifica strumentazione per l’accompagnamento ritmico o melodico, l’utilizzo di modelli formali, l’improvvisazione, i fondamenti di direzione, educazione all’ascolto, la notazione musicale, come chiaramente indicato nella edizione italiana di Giovanni Piazza.
Ogni adulto, educatore o insegnante che decida di operare secondo la metodologia Orff-Schulwerk, in fase di progettazione e di applicazione con i bambini, incarna questa idea a partire da se stesso, dalla propria cultura, dal proprio vissuto. Questo tratto distintivo dell’Orff-Schulwerk permette alla metodologia di essere costantemente in evoluzione, accogliendo il contributo di tutti coloro che si fregiano di incarnarne il modello. Nelle parole dello stesso Orff:
In ciascuna delle sue fasi lo Schulwerk ha sempre voluto offrire stimoli per l’autonoma rielaborazione; cosicché esso non è mai risolto e concluso, ma è sempre in evoluzione, in divenire, nel flusso